Ormai on line ci vendono di tutto. Anche corsi di yoga dai nomi fantasmagorici. Come orientarsi: scegliete un insegnante che provenga in modo incontrovertibilmente certificato da un lignaggio tradizionale. È l'unico modo per non farsi truffare.
Dunque la corretta gestione dello sforzo in āsana passa per la costante consapevolezza, e per la conseguente capacità pratica, di allentare e dosare le tensioni necessarie alla tenuta della posizione, nell’ottica di aprirsi a una dimensione più profonda dell’esistenza.
Il sistema matriarcale prevedeva che tutta la proprietà della famiglia appartenesse alla donna. La figlia ereditava dalla madre. Anche nella famiglia reale valeva questa regola. Secondo la visione tantrica l’energia femminile è fatta di sensibilità, accoglienza, intuizione, osservazione della vita nella sua totalità.
Nella pratica dello yoga, in particolare negli āsana, è inevitabile imbattersi nello sforzo fisico. Per entrare in una posizione e mantenerla a lungo è necessario sollecitare, a volte intensamente, il corpo. Ma qual è il giusto sforzo da impiegare nella pratica? Cosa dicono i testi?
Chi pratica yoga ha la grande opportunità di diventare una persona grata, soddisfatta e serena. La costanza nell’applicare le regole attitudinali del raja-yoga rende lo yogin grato per ogni nuovo giorno che inizia, del respiro che riempie i suoi polmoni, del corpo che lo porta in giro a sperimentare la vita.
Ci siamo formati con i migliori insegnanti, portiamo un sapere che arriva da lontano, siamo professionisti che si dedicano senza risparmiarsi a questa mission. La nostra è la forza della gratuità, l’anima del karma yoga
Una delle diatribe che più appassiona accademici, maestri e praticanti di yoga è quella relativa all’attribuzione di alcuni āsana direttamente a Patañjali. Del celebre filosofo, padre dello Yoga si sa che nel suo trattato Yogasutra non descrive alcun āsana, ma “semplicemente” lo definisce in tre aforismi...
Yogacittavrittinirodha: per gli insegnanti e i praticanti di Yoga il secondo aforisma degli Yogasutra di Patañjali è come un tatuaggio inciso nella mente. Dopo aver definito, col primo sutra, l’argomento del suo libro, Patañjali ci dice a cosa serve lo Yoga, qual è lo scopo dei restanti 193 aforismi. E per farlo unisce tre parole citta, vritti e nirodha in un connubio che segnerà per sempre la storia dello Yoga.
Ascoltarsi, prendersi cura dei bisogni del sé interiore, fa la differenza. Lasciamo che le cose accadano. Potremmo accorgerci che siamo cambiati e...