Si può far pensare con un libro comico? È possibile parlare di uno dei temi più scandalosi della storia contemporanea, l’abbandono di un intero continente al proprio destino di disperazione, e nello stesso tempo scatenare risate irrefrenabili? Giobbe Covatta ci è riuscito in un libro da poco uscito per Giunti, Il Commosso Viaggiatore, e firmato assieme alla moglie Paola Catella, sua compagna di vita e di missione per e con Amref.
Il suo viaggio inizia da un assunto fondamentale: “Conoscere le persone vuol dire stare con loro, mangiare il loro cibo, dormire nei loro letti, ascoltare la loro musica”. Vero, no? E poi ci mette la sua verve a concludere il suo pensiero: «Sarebbe utile anche sapere la loro lingua, ma non è necessario. Io parlo solo in napoletano, eppure ho passato momenti bellissimi con africani che si esprimevano solo in swahili: comunicavamo in francese, ben consapevoli che nessuno di noi sapeva il francese. Eppure ci capivamo. Questo fa la differenza tra un turista è un viaggiatore: “il viaggiatore si sposta per conoscere, il turista per farsi riconoscere”.
L’inizio della sua storia con l’Africa la descrive con la consueta leggerezza: “Fino al fatidico ottobre 1994 io conoscevo di quel continente solo alcuni posti turistici e poco altro. Galeotta fu la mia agente, Luisa, che decise di subaffittare una stanza del suo ufficio a un inglese pazzo che stava cercando da alcuni anni, con grande determinazione e scarso successo, di far decollare la sede italiana di una onlus chiamata Amref”. Da qual momento tutto cambia per Covatta che diventa testimonial e volontario sul campo di questa straordinaria onlus che grazie a lui assume ancor più autorevolezza e affidabilità: ora sappiamo che c’è una persona che conosciamo che va a verificare sul campo il loro lavoro e ci mette la faccia. È stato questo ragionamento che mi ha fatto scegliere Amref per realizzare un’adozione internazionale e per devolvere il mio 5×1000.
Nel libro ci sono momenti esilaranti, se decidete di leggerlo la sera il vostro o la vostra compagno/a di letto deve essere avvertita perché le risate sono assicurate e il materasso danzerà. Come quando racconta di essere andato in un villaggio del Kenya con un regista e la sua troupe per girare un film: alla notizia il capovillaggio ha organizzato una grande festa nell’entusiasmo generale. Poi alla fine della festa il capo è andato da Giobbe con una domanda: “Noi siamo felici che tu sei venuto da noi a fare un film, ma… cos’è un film?”. “Non ne avevano la più pallida idea”, spiega Covatta, “ma era un dettaglio irrilevante: ci avevano accolto e avevano organizzato una festa solo per trasmetterci la gioia per la nostra visita. Del resto un proverbio africano recita: “Lo straniero è come un fratello che non hai mai incontrato“. Allora chi è più ignorante tra noi e loro? Chi accoglie lo straniero come un fratello da festeggiare o chi lo respinge come un pericoloso invasore? Chi fa un ponte o chi fa un muro? Il nostro muro si chiama razzismo…”. E chiosa: “La scienza insegna che esiste una sola razza, quella umana. Il razzismo è figlio dell’ignoranza e di chi la manipola: più aumenta l’ignoranza e più il razzismo cresce“.
In 200 pagine Il commosso viaggiatore ci parla degli animali, dei bambini, dei villaggi turistici e di quello che uno si deve aspettare in Africa se non va in un resort a cinque stelle. Covatta chiude così questo libro prezioso: “L’Africa è un insieme di contraddizioni che la rendono unica: è un inferno di caldo e un paradiso di sorrisi, un silenzio mistico e una esplosione di voci, natura selvaggia e tradizioni millenarie, disperazione e speranza, un antico mondo che muore e uno nuovo che sta nascendo”.
Buon viaggio.
Nell'Oltrepò medici, genitori e musicisti hanno dato vita a qualcosa di straordinario: una big band con donne e uomini che non riescono a comunicare col mondo. Tranne quando diventano musicisti. E allora accade una magia...
Gli incendi hanno distrutto larga parte di Los Angeles, ma come per miracolo l'oasi fondata da Yogananda è sopravvissuta. Merito del guru e delle preghiere, certo ma anche di una famiglia di devoti e di pompieri che ha protetto questo luogo sacro con la loro dedizione e il loro lavoro
«Le qualità dell’Anima» sono qualità che trascendono il senso comune che gli diamo e che la mente cataloga con le esperienze comuni, che indicano una direzione nuova, una deviazione sulla veloce autostrada del mordi-e-fuggi del flusso dei pensieri, e affiorano, nei doni della meditazione, come un magnete che attrae a sé ciò che manifesta, lasciandolo in dono. La prima è l'Amore...
«Yoga Sutra» di Patanjali e «Tirumandiram» di Thirumoolar hanno molto in comune: non sono solo testi antichi, ma mappe per guidarci verso una trasformazione profonda, verso una umanità multidimensionale...
Esistono tre possibili forme di realizzazione spirituale: nella fusione con l'anima Suprema, attraverso le perfezioni mistiche dello Yoga o nel raggiungere la Persona Suprema, Sri Vishnu, nei suoi pianeti trascendentali...
Ogni volta che comunichiamo, stiamo tracciando un sentiero che avvicina gli altri a noi. le parole che pronunciamo, soprattutto nei contesti emotivamente coinvolgenti, come quello della cura, accendono percorsi biochimici simili a quelli di sostanze potenti come la morfina o l’Aspirina.