Credo che siamo abbastanza navigati e onesti da sapere bene che un neofita deve fare slalom gigante fra le apparenze, in questo rutilante mondo dello yoga. Ci sono troppe trappole coperte da pubblicità ruffiana – se non ingannevole al limite della truffa -, c’è il rischio continuo di manipolazione a opera di una pletora di autoproclamati guru, tutto ben ben condito dall’illusione di certificazioni e riconoscimenti.

Nella pratica dello yoga, in particolare negli āsana, è inevitabile imbattersi nello sforzo fisico. Per entrare in una posizione e mantenerla a lungo è necessario sollecitare, a volte intensamente, il corpo. Ma qual è il giusto sforzo da impiegare nella pratica? Cosa dicono i testi?

C’è una connessione profonda tra le sensazioni del corpo e il nostro comportamento e la Scienza lo conferma. Il cuore non batte sempre nello stesso modo. E allora perché mai chiediamo a noi stessi e agli altri di rimanere prigionieri delle “convinzioni di un momento“?

Una delle diatribe che più appassiona accademici, maestri e praticanti di yoga è quella relativa all’attribuzione di alcuni āsana direttamente a Patañjali. Del celebre filosofo, padre dello Yoga si sa che nel suo trattato Yogasutra non descrive alcun āsana, ma “semplicemente” lo definisce in tre aforismi...

Yogacittavrittinirodha: per gli insegnanti e i praticanti di Yoga il secondo aforisma degli Yogasutra di Patañjali è come un tatuaggio inciso nella mente. Dopo aver definito, col primo sutra, l’argomento del suo libro, Patañjali ci dice a cosa serve lo Yoga, qual è lo scopo dei restanti 193 aforismi. E per farlo unisce tre parole citta, vritti e nirodha in un connubio che segnerà per sempre la storia dello Yoga.

I guru autentici sono servitori, non sovrani. È una lezione per noi insegnanti che ho appreso accanto a due maestri

Tenere gli occhi chiusi è un passaggio molto importante nella pratica. Significa che vogliamo togliere il controllo sul giudizio...

Il 21 giugno è sempre una festa doppia: si celebra la poesia della Musica e quello dello Yoga che s’intrecciano come Natura e Spirito che danzano insieme per rinnovare la nostra complessa umanità. Non è un caso che all’evento organizzato da YogaFestival di Giulia Borioli a Milano, che quest’anno è dedicato alla Pace - e che avrò l’onore di introdurre con una breve pratica meditativa e di presentare - si intreccino le due arti, da una parte Patrizia Saccà, Sara Bigatti e Claudia Casanova, dall’altra Nicola Artico e Silvia Chitrini Papadia, musicisti e yogini. E nel resto d’Italia, in ogni centro o città, in tanti si uniranno per celebrare questa arte di ricerca sottile e profonda.