Già nei Veda si trovano descrizioni e concetti relativi al modo in cui gli alimenti vanno a formare le strutture del corpo fisico e sottile, attraverso la formazione del bolo alimentare fluido che viene diviso in tre parti: la parte considerata migliore, cioè la sintesi di tutte le proprietà nutritive, che viene presieduta dal Guna Sattva, descritto nei precedenti articoli, che forma e nutre il Linga-sharira o corpo sottile, la sede della forza. La seconda parte o parte media, nutre e sostiene il corpo fisico che è composto dai sette Dhâtu o tessuti, che formano gli organi e gli apparati. La terza parte, la meno nutriente e più grezza, viene espulsa dal corpo sotto forma di escrementi e urine, i Mala.
Le prime due essenze ottenute dagli alimenti scorrono negli Srotas, i dotti e canali del corpo fisico in forma biochimica e nei canali energetici Nâdi, che sono i dotti della fisiologia energetica sottile descritta nei Tantra, in forma di Prana. Quando i Vâyu, le arie vitali che governano le funzioni del corpo sottile e fisico, si muovono attraverso i Nâdi, allora, grazie a questi Vâyu, le essenze descritte sopra scorrono nel corpo, producendo la forza o energia che sostiene sia l’organismo che il micro cosmo del corpo.
I più importanti di questi Nâdi sono 14, distribuiti in differenti parti del corpo e svolgono tutte le funzioni. Essi possono essere o deboli o forti e il Prâna, il soffio vitale che si muove con il respiro, fluisce attraverso di loro. Vayu, aria, Agni, fuoco e Shleshman, fluidi, che dimorano nel microcosmo del corpo in specifiche sedi, si muovono secondo precise direzioni. Quando queste funzioni si alterano e le arie vitali si bloccano o si muovono in direzioni scorrette nascono i disturbi che col tempo diventano malattie, Vata o Vayu-vyadhi.
Nei Tantra si spiega come il Vâyu non possa penetrare nei Nâdi finché questi sono pieni di impurità. La purificazione dei Nâdi era uno degli elementi di spicco della pratica dello yoga e viene meravigliosamente descritto tanto nella Hatha-yoga-pradipika quanto nella Gheranda-samhita.
La Sadhana-yoga iniziava dalla purificazione del corpo attraverso i Pancha-karma, le cinque tipologie di lavaggi interni per rimuovere le sostanze di scarto, Mala e le tossine, Ama. Questi lavaggi terapeutici e purificatori erano indirizzati ai tre organi di riferimento relazionati ai tre Dosha, l’intestino per Vayu, lo stomaco per Agni e i polmoni per Shleshman. Con differenti tipi di lavaggio intestinale si rimuovevano i disturbi di Vayu; con diverse tipologie di purghe i disturbi di Agni; con differenti tipi di pulizie tra cui il vomito terapeutico quelle di Shleshman. Questa era la disciplina per la pulizia fisica, che unitamente al regime alimentare e allo stile di vita, favorivano l’insorgere delle qualità fisiche necessarie alla corretta pratica dello Yoga.
Vi era parallelamente la realizzazione di un’altra forma di purificazione che riguardava la dimensione sottile e spirituale dell’adepto: la purificazione dei Nadi o canali energetici, chiamata Nadi-shodhana. Questa purificazione era di due tipi, Samanu e Nirmanu. Il Samanu è realizzato mediante un processo mentale con Bija-mantra, mantra seme, che devono essere recitati mentalmente mentre si dirigono le arie vitali nei due principali canali energetici, legati alle due narici, Ida e Pingala. Vibrando nel corpo sottile favoriscono la purificazione dei canali e il risveglio delle energie sottili latenti. Il Nirmanu è la realizzazione delle tecniche respiratorie Yoga adatte a rimuovere gli ostacoli fisici e sottili dall’insieme di corpo fisico e sottile.
Nadi-shodhana ha come campo d’azione le due narici, governate da Ida e Pingala, i due canali energetici principali del corpo. Esse sono collocate esternamente al canale centrale, Sushumna-nadi, conosciuto nello Yoga per essere la via attraverso la quale Kundalini, l’energia primordiale, risale attraverso i centri energetici per giungere al chakra sommitale. Ida e Pingala governano diverse funzioni: a partire dalla respirazione e dal movimento delle due principali arie vitali, Prana e Apana, presiedono al funzionamento dei due sotto sistemi del sistema nervoso centrale conosciuti come simpaticotonico e parasimpatico. Questi due aspetti del sistema nervoso sono l’espressione del sistema nervoso autonomo che regola il funzionamento degli organi, dell’attività cardiaca e respiratoria cosi come le principali funzioni vitali.
Sappiamo che la frequenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore vengono amplificate dall’azione del sistema nervoso ortosimpatico e che in senso opposto agisce il parasimpatico. Il controllo sulla muscolatura dei vasi sanguigni, anche se variegato, in generale dipende dal parasimpatico per la vasodilatazione dei muscoli scheletrici, mentre dal controllo ortosimpatico si determina contrazione sui vasi cutanei, delle mucose e dei visceri. Il Pranayama, cioè le tecniche di controllo del respiro dello Yoga, con le sue pratiche di controllo viscerale, Bhandha, nel contesto del Nadi-shodhana sono lo strumento per far leva sulle forze primitive, originali e nascoste che governano il funzionamento e la salute nel corpo.
Patanjali nei Sutra ci dice: «sthirasukham-asanam-prayatna, saithilyananta-samapattibhyam tato dvandvanabhighatah» abitualmente tradotto con «La postura deve essere stabile e piacevole. Grazie al rilassamento dello sforzo e all’incontro con l’infinito. Da ciò il non esser più assorbiti dalle dualità degli opposti» (Yoga Sutra II.46-48). In qualche misura l’armonia e la sintesi degli opposti trova nello Yoga la sua realizzazione a partire dal controllo degli impulsi e dagli stimoli che nelle posture siamo invitati a orientare per giungere a uno stato di equilibrio, concentrazione e assorbimento, che trovano la loro prosecuzione e completamento nel controllo del respiro del Pranayama, fino a permettere con l’esperienza e il lavoro continuo di ottenere la capacità di controllare la mente, fissando l’attenzione sui processi più profondi, biologici, nervosi, psichici, per attuare quella unione che conduce al superamento degli ostacoli che si portano da tutti i fattori di disturbo.
Normalmente si è portati a pensare durante la pratica che la funzione principale del cervello e quindi del sistema nervoso siano di coordinare gli impulsi e le sensazioni per regolare a nostro piacimento e per le nostre finalità l’attività del corpo, soprattutto dell’apparato locomotore. Questo spesso non tiene conto che l’adattamento è la legge naturale alla base della nostra esistenza. Adattamenti che avvengono ogni istante, dal coordinamento tra gli apparati alla comunicazione tra ambiente interno ed esterno, regolando ogni funzione. Ogni modificazione comporta un cambiamento o adattamento nelle funzioni a livello chimico, nervoso, ormonale. Dal punto di vista dello Yoga, attraverso la pratica, si cerca di aumentare la capacità di adattare il sistema nervoso agli stimoli e agli impulsi in uno strutturato sistema di stimolazioni e regolazioni per giungere finalmente alle pratiche interne dello Yoga. Quando il praticante raggiunge la stabilità del corpo e la capacità di rimanere calmo e concentrato, nella tradizione tantrica si attua lo svara-yoga, la consacrazione della mente nel controllo del respiro. Il corpo, con i legamenti dei plessi peri-viscerali e la precisa canalizzazione del flusso di aria, diventa uno strumento per ricevere e trasformare l’energia, chimica, biologica e sottile.
Nei testi classici dello Yoga si trovano molte indicazioni e riferimenti relativi alle pratiche definite interne che si fondano sulla concezione di un «corpo sottile» che abita il corpo fisico e che includono anche gli aspetti mistici dello Yoga. Si potrebbe così paragonare il massimo beneficio dell’ottenere la liberazione della mente dai vortici di pensiero, le vritti, attraverso la meditazione al beneficio derivante dal controllare il prana, attraverso il respiro e le posture, per liberare il corpo dai suoi disordini e disturbi.


Le pratiche di purificazione fisica, l'attenzione agli alimenti e a ciò che mangiamo e la realizzazione di un’altra forma di purificazione che riguarda la dimensione sottile e spirituale. Nella via dello Yoga nulla è scontato e tutto concorre a sollevare l'uomo da una vita di sofferenze

Occorre praticare. Questo cambia la vita, cambia la coscienza e la percezione di sé e del mondo, cambia il modo di intendere la filosofia, i testi, le acquisizioni. O le cadute che insegnano molto di sé...

Essere gentili. Non è solo questione di rispetto delle regole della convivenza civile. Da tempo, la medicina ha riconosciuto il legame indissolubile tra emozioni e salute cardiovascolare. Però il potere salutistico della “buona creanza” non si ferma al cuore: le ricerche dicono che la pratica assidua di attenzioni per il prossimo è un potente strumento per arginare la morsa della fobia sociale

Migliora la qualità della vita e la funzionalità fisica. La Mindfulness, assieme alla terapia cognitivo-comportamentale, si è dimostrate sicura, efficace e con effetti duraturi. E, dicono gli scienziati, «dovrebbe diventare parte integrante delle cure disponibili per chi soffre di dolore cronico»

Classe ’75, napoletano, autore della trasposizione in Grahic Novel di uno dei più celebri monumenti della letteratura del Kriya Yoga, «Autobiografia di uno Yogi», uscita nel marzo del 2025 per l’editore Tunè. Abbiamo ripercorso con lui le tappe del lungo percorso che l’ha portato a vivere il suo Dharma di illustratore con quello di Yogin

Intervista esclusiva alla grande maestra. Ex operaia e femminista, è andata in India e ha combattuto con la non-violenza contro l'esclusione dagli insegnamenti perché donna. «Nella mia scuola, Yoga Ratna, per la prima volta erano presenti indicazioni e riferimenti al femminile, al periodo del ciclo e a disturbi a esso legati». Una rivoluzione