La scienza studia da decenni gli effetti della meditazione, intesa come pratica contemplativa, secondo la tradizione buddhista, e ormai le neuroscienze stanno dando delle risposte definitive. Ecco perché la International Society for Contemplative Research in collaborazione con Mind and Life Europe, l’Università di Padova e il Centro Studi dell’Unione Buddhista Italiana ha organizzato il convegno internazionale “Embodied Cognition and Intersubjectivity in Uncertain Times: Interdisciplinary Frameworks for Contemplative Research and Education” (“Mente incarnata e intersoggettività in tempi incerti – Quadri interdisciplinari per la ricerca e l’educazione contemplativa”: l’approccio dell’embodied cognitition afferma che mente e corpo non sono separati e distinti). Un evento di grande rilevanza per il mondo della ricerca contemplativa cui hanno partecipato oltre 300 partecipanti da tutti i continenti.
Tra i partecipanti, si sono distinti esperti di fama mondiale come Harold Roth, Eve Eckman, Amy Cohen Varela, Davide Vago, Anne Klein e Claire Petitmengin. Questo evento ha confermato la posizione centrale della meditazione non solo come pratica spirituale, ma anche come oggetto di studio scientifico, unendo prospettive fenomenologiche soggettive e metodologie neuroscientifiche.
Come dicevamo, le neuroscienze hanno dimostrato i benefici della meditazione per il benessere psicologico e per il trattamento di patologie legate a stress, dolore cronico, ansia e depressione. La meditazione si è rivelata utile anche nello sviluppo delle soft skills, le competenze trasversali, come la creatività, la capacità di risolvere problemi e di lavorare in squadra, migliorando le relazioni interpersonali e contribuendo ai processi di inclusione e integrazione sociale.
Contrariamente alla visione comune, la meditazione è emersa come una pratica relazionale, capace di unire le persone di fronte alle sfide globali.
L’educazione contemplativa è stata un tema centrale del convegno, con particolare attenzione allo sviluppo di percorsi accademici come il Master in Contemplative Studies dell’Università di Padova. Si è riflettuto su come inserire metodologie meditative nei programmi scolastici per migliorare l’apprendimento, la socializzazione e la crescita personale degli studenti. Da questo convegno è nato un nuovo network internazionale per continuare queste riflessioni e connettere le diverse iniziative nel campo dell’educazione contemplativa.
La meditazione è vista non più come una pratica esclusiva di contesti religiosi orientali, ma come uno strumento applicabile in vari ambiti, rispecchiando la sensibilità delle nuove generazioni verso le complesse sfide globali.
Del resto diversi studi sulla meditazione hanno evidenziato dei benefici di questa pratica.
Eccone alcuni:
- Una progressiva riduzione dello stress.
- Fare della meditazione un’abitudine permette di ridurre l’ansia e migliorare sintomi come le fobie, i comportamenti ossessivo-compulsivi e l’ansia sociale.
- Dalla depressione si guarisce con i farmaci, ma la meditazione può sviluppare una visione più positiva della vita. I benefici però si vedono solo nel tempo e con la costanza della pratica.
- Conosci te stesso, un buon punto di partenza per altri cambiamenti positivi.
- Miglioramento di attenzione e concentrazione. Anche solo quattro giorni di pratica possono avere effetti benefici.
- Aumento della memoria e chiarezza mentale: è anche un aiuto per combattere la demenza e la perdita di memoria legata all’età.
- Sviluppa sentimenti positivi: la meditazione di amorevole gentilezza, o Metta, aiuta a sviluppare sentimenti positivi verso sé stessi e gli altri, promuovendo positività, empatia e compassione.
- La meditazione sviluppa la forza di volontà e la disciplina mentale, aiuta a perdere peso, a guarire dalla dipendenza e a cambiare abitudini indesiderate.
- Migliora il sonno, aiuta a rilassarsi e a prendere il controllo dei pensieri ossessivi che disturbano il sonno, migliora sia il tempo necessario per addormentarsi sia la qualità del sonno.
- Riduzione del dolore e abbassamento della pressione sanguigna. Aiuta a gestire il dolore cronico e a integrare fisioterapia o cure mediche e può ridurre la pressione, diminuendo lo sforzo del cuore e aiutando a prevenire le malattie cardiache.
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